Il 3 giugno all’Università di Modena,in occasione della VII Conferenza Nazionale AIPH (associazione italiana Public History), i sessanta anni di attività dell’Istituto Alberghiero di Spoleto sono stati l’occasione per dare spazio ai cambiamenti della Città e della Professione, visti proprio attraverso gli occhi della scuola.
Seguendo la storia dell’Istituto, durante il panel dedicato alle scuole, la professoressa Emanuela Valentini ha condiviso con la platea:
- il fervore culturale che ha interessato l’Italia ( con il convitto l’Istituto ospita molti studenti fuori sede) e tutta la città di Spoleto dagli anni ‘50 del XX secolo fino ad oggi.
- Il cambiamento nel “gusto” e nelle professioni legate all’enogastronomia e all’ospitalità, attraverso gli strumenti all’avanguardia sia per la formazione culturale sia professionale( libri e strumenti professionali) di cui l’Istituto si dota fin dai primi anni
- Fin dall’inizio la scuola sceglie di “abitare” luoghi storici della città: dal complesso di San Carlo, all’ex seminario fino all’attuale San Paolo.
Punto di partenza è stato il lavoro che l’Istituto ha effettuato in occasione del Cinquantesimo e frutto della collaborazione con la Sezione di Archivio di Stato di Spoleto: Una scuola che guarda lontano.
Inoltre, sono state presentate tutte le strumentazioni didattiche dei primi anni ’60, nonché il primo nucleo dei libri che segnano il cambiamento nella concezione di lavori che richiedono professionisti in cucina, sala, ricevimento al passo con i tempi.
La coordinatrice della giornata, la professoressa Enrica Salvatori dell’Università di Pisa, ha auspicato la creazione di uno spazio museale aperto alla cittadinanza per capire meglio lavori che nascono da saperi ma anche da passioni e creatività sempre più importanti in un mondo “glocale”. Notevole interesse anche per i luoghi che in questi sessanta anni ha ospitato l’Istituto, interesse che è anche per tutta la città di Spoleto.
Emanuela Valentini Albanelli