Tre progetti presentati alle scuole primarie e medie di I grado, pensati per educare ad un corretto stile alimentare e all’apertura verso una dimensione internazionale: Mani in pasta, Colazione al De Carolis, L’esperienza Erasmus incontra la Ristorazione Internazionale, mercoledì 12 novembre, sono stati l’occasione anche per un’esercitazione speciale a tutto campo di Accoglienza, Sala Bar e Cucina.
Le classi 4 Accoglienza, con il professor Antimiani, 2 B con i professori Passerini e Diotallevi hanno accolto e preparato un aperitivo bello da vedere, buono da gustare. La magia della tavola è poi proseguita nell’Aula Magna, dove l’autunno, con i suoi colori e frutti, ha vestito la tavola preparata dal 4 Sala A, con il professor Liccati. Sulla tavola, poi, un menù che nasce da uno studio e un interesse più vasto nei confronti delle ricette. Il 4 B eno, guidato dalla professoressa Bizzaglia, ha dato forma a:
Signature: la ricetta per identità globali
Metterci la firma è un modo per sancire la propria identità, per testimoniare la presenza, l’esserci con la mente, ma soprattutto con il corpo, fatto con la materia proveniente dai sensi e dalle percezioni, per farsi cultura. C’è un modo di raccontare l’identità che è proprio della contemporaneità, che non passa per le categorie culturali, ma per i flussi, che affonda le radici in un territorio comune spazzato dai venti delle culture altre. È così che ci si appropria di una ricetta, ci si mettono dentro gli ingredienti e le tecniche della nostra tradizione e del mondo. E’ quanto è successo a questo Menu Signature, nato tra le colline umbre e cresciuto ascoltando i soffi del pianeta; nei piatti ogni ingrediente resta riconoscibile, con la sua storia, il suo sapore, ma si arricchisce del gusto comune per rappresentare l’identità di oggi: stratificata, porosa, in divenire.
Soffio Nero apre il menu come un respiro profondo: raviolo al vapore, gamberi e fagioli dall’occhio, con demi-glace al tartufo nero. È un incontro tra Asia e Umbria, tra mare e sottobosco, tra delicatezza e intensità.
Notte ad Hokkaido è un sogno d’inverno: knödel di pane alla zucca giapponese, salsiccia umbra e vellutata di cavolo nero. Un piatto che parla di orti globali e comfort food, di migrazioni e radicamenti.
Alba del Nord ci porta verso i fiordi: tortelli di ricotta affumicata e salmone, con melograno e panna acida. È un’alba che sa di rinascita, una pasta che diventa lingua franca.
Sibilla d’Oriente è leggenda: filetto di maiale in salsa di mele dei Monti Sibillini, cous cous di farro e castagne. Il cous cous, cereale migrante, si fa umbro, montano, autunnale.
Gioconda chiude con un sorriso enigmatico: crescionda bianca alle noci, gelée ai frutti rossi, ganache al caramello salato. Un dolce che gioca tra antico e contemporaneo, tra Spoleto e Parigi
Questo non è solo un menu ma è la scuola che attraverso l’enogastronomia si fa laboratorio di cittadinanza globale. (professoressa Roberta Bizzaglia)
Emanuela Valentini Albanelli